Coraggio, dal latino habeo-core.
O meglio, la gestione politica del covid a tutto vantaggio dell’elite dominante, un evento epocale che ha accelerato drammaticamente tutti i processi di devastazione sociale, antropologica, ambientale, operati dal neoliberismo negli ultimi 40 anni.
Essere minoranze in cammino, ancora una volta non deve nè può spaventare.
Non siamo alla prima fase storica decisamente apocalittica cui l’umanità si trova innanzi.
Si pensi ad altri punti di rottura epocale come fu ad esempio la prima guerra mondiale, la grande macelleria costata la pelle a milioni di persone per il profitto di pochi.
Anche in quel caso, solo una esigua minoranza si oppose, incluso all’interno delle realtà organizzate del movimento operaio, la cui principale organizzazione, il partito socialista, si attestò su una miserabile posizione (“nè aderire, nè sabotare”) che potremmo oggi dire, alludendo ad altre criminali miserie, di “vigile attesa”.
E infatti quei pochi oppositori rappresentarono poi il nerbo d’acciaio della successiva resistenza antifascista, mentre la maggior parte degli interventisti finì con la tessera del fascio in tasca.
Tocca sempre a minoranze di irriducibili farsi carico della responsabilità di Resistere e sfondare prima o poi i muri dell’oppressione.
Dopo arrivano le masse degli anti fascisti per convenienza, quelli che cambiano camicia ma conservano sempre lo stesso cuore scisso, l’intenzione labile, e dunque la disponibilità a prendere sempre la tessera che il sistema impone, ieri l’altro quella del pane, ieri quella “verde” e domani chissà.
Ecco perchè, se non si lavora internamente con disciplina, ricominciando sempre (semper incipit), non solo non si esce dalla gabbia, ma si contribuisce a forgiare le catene degli aguzzini.
Da insegnante di arti marziali, penso che oggi il senso di essere un guerriero sta proprio in questo: mettere ripetutamente ko il proprio ego, soprattutto nelle fasi di crisi, che sono il miglior terreno fertile per i cambiamenti: crisi personali, epocali o sociali che siano.
In fondo vivere questi tempi apocalittici è una opportunità preziosa e unica per il cambiamento.
Ora e sempre Resistenza.