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Arti marziali – corsi di Kung fu e Qi Gong a Bologna, Brisighella e Faenza

25 Aprile

In quanto antifascista, anche questo anno mi tengo alla larga da qualsiasi genere di celebrazione, di fatto feste di legittimazione ideologica dell’ esistente.
In quanto partigiano, letteralmente persona che prende parte alle vicende del mondo, mi collego così con rispetto alla memoria di chi è morto, invano, per la Liberazione dell’ umanità, mai avvenuta.
L’ antifascismo oggi si declina per me nel sabotare le guerre del neoliberismo contro l’ umanità, guerre che hanno molti fronti: nel tentativo di annientare popoli oppressi come quello palestinese, nelle imposizioni sanitarie, di nuovo incombenti grazie ai poteri sovra nazionali dell’ OMS, organismo totalmente controllato dalle multinazionali, la guerra ai lavoratori, all’ ambiente, agli animali, le varie truffe eco green per procurare profitti all’ elite capitalista…
Intorno a noi il capitalismo è in guerra totale per riprodurre se stesso ai danni di qualsiasi forma di vita, di salute, di libertà.
Qualsiasi forma di complicità totale o ibrida con queste guerre, sostanza del nuovo nazifascismo dominante, per me è una discriminante da cui tenermi alla larga.

E chi non è complice, non ha ancora la forza per essere visibile.

Coraggio, dal latino habeo-core.

Lavoro carsico, di lungo periodo, in gran parte lavoro interiore: solo chi spezza le catene delle paure ( e degli altri meccanismi egoico centrati) instillate dal sistema come un veleno per spezzare corpo e spirito può avere abbastanza coraggio e forza per cambiare il mondo in meglio, al di là dei vecchi slogan ideologici, ammuffiti, senza presa sulla realtà e finiti all’ ammasso grazie a quello spintone della vita che è stato il COVID.

O meglio, la gestione politica del covid a tutto vantaggio dell’elite dominante, un evento epocale che ha accelerato drammaticamente tutti i processi di devastazione sociale, antropologica, ambientale, operati dal neoliberismo negli ultimi 40 anni.

Punto di non ritorno, che ha fatto inesorabilmente crollare maschere e rivelato la sostanza reale di organizzazioni, movimenti, sindacati (di stato o presuntamente di base), individui, associazioni.
Solo gente internamente libera e integra può contribuire a liberare il mondo, senza riprodurre le solite catene, senza alimentare la logica di guerra a partire dalla propria disgregazione e disperazione interiore.

Essere minoranze in cammino, ancora una volta non deve nè può spaventare.

Non siamo alla prima fase storica decisamente apocalittica cui l’umanità si trova innanzi.

Si pensi ad altri punti di rottura epocale come fu ad esempio la prima guerra mondiale, la grande macelleria costata la pelle a milioni di persone per il profitto di pochi.

Anche in quel caso, solo una esigua minoranza si oppose, incluso all’interno delle realtà organizzate del movimento operaio, la cui principale organizzazione, il partito socialista, si attestò su una miserabile posizione (“nè aderire, nè sabotare”) che potremmo oggi dire, alludendo ad altre criminali miserie, di “vigile attesa”.

E infatti quei pochi oppositori rappresentarono poi il nerbo d’acciaio della successiva resistenza antifascista, mentre la maggior parte degli interventisti finì con la tessera del fascio in tasca.

Tocca sempre a minoranze di irriducibili farsi carico della responsabilità di Resistere e sfondare prima o poi i muri dell’oppressione.

Dopo arrivano le masse degli anti fascisti per convenienza, quelli che cambiano camicia ma conservano sempre lo stesso cuore scisso, l’intenzione labile, e dunque la disponibilità a prendere sempre la tessera che il sistema impone, ieri l’altro quella del pane, ieri quella “verde” e domani chissà.

Ecco perchè, se non si lavora internamente con disciplina, ricominciando sempre (semper incipit), non solo non si esce dalla gabbia, ma si contribuisce a forgiare le catene degli aguzzini.

Da insegnante di arti marziali, penso che oggi il senso di essere un guerriero sta proprio in questo: mettere ripetutamente ko il proprio ego, soprattutto nelle fasi di crisi, che sono il miglior terreno fertile per i cambiamenti: crisi personali, epocali o sociali che siano.

In fondo vivere questi tempi apocalittici è una opportunità preziosa e unica per il cambiamento.

Ora e sempre Resistenza.

Diserta, disobbedisci, costruisci vita e felicità.
Respira, suda, ridi e abbandona la miseria di questo sistema mortifero
Davide Milazzo Ai Wushi

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