Il Castagno, amico sincero e generoso

CENNI STORICI

Questo gigante buono appartiene alla famiglia delle fagaceae, insieme alla quercia e al faggio.

È assai longevo, può passare anche i mille anni, e raggiungere altezze ragguardevoli anche oltre i 30 metri.

Importato dall’ Asia Minore, si è adattato al clima umido dei nostri appennini diventando importante già dai tempi dei Romani per gli usi in edilizia, per via delle doti particolarmente resistenti del suo legno.

Non a caso con questo si sono costruite traversie ferroviarie e travi dei tetti fino ai nostri giorni, ma anche botti per il vino, utensili da cucina e per l’agricoltura.

Per questa caratteristica di forza, resistenza ed elasticità ben si presta ad un uso che mi è particolarmente caro perchè importante per le pratiche che coltivo: costruire bastoni da combattimento e spade da allenamento.

Dall’ 800 in poi si guadagna il titolo di “pane dei poveri”, perchè dalla castagna si ricavavano farina per panificare e molti altri piatti che confortavano in modo fraterno e solidale gli inverni dei poveracci.

Un vero alleato di classe, che tanto ha dato senza mai chiedere nulla in cambio.

Negli appennini dell’Italia centro-settentrionale, l’ economia centrata sul castagno resiste fino agli anni 50/60, quando inizia il fenomeno dell’urbanizzazione di massa nel tentativo di sfuggire alla miseria e alla distruzione seminate dalla guerra, triste lascito di un ventennio di dittatura fascista.

E così i castagneti vennero lasciati a se stessi, dopo aver dato un ultimo grande e fondamentale contributo alle vicende umane dando rifugio, riparo e cibo ai partigiani antifascisti.

Ancor oggi, tra l’emilia-romagna e la toscana esistono piccoli borghi, spesso abbandonati, circondati da castagneti lasciati in disuso.

Ma sempre più di frequente recuperati da giovani che stanno ri-scoprendo il movimento inverso da quello degli anni 50: fuggire da metropoli sempre più invivibili, rivitalizzare i boschi, rilanciare forme di economia solidale basate su un’organizzazione comunitaria in cui il Castagno torna ad occupare il suo posto sempre umile, ma centrale, come nel caso della produzione di birra artigianale di castagne.

BENEFICI

Insieme ad altre specie molto diffuse dalle nostre parti come faggi, tigli, e querce, il castagno è un grande produttore di TERPENI.

Queste sostanze aromatiche vengono prodotte dall’ albero per proteggersi dai batteri e dagli attacchi di insetti nocivi.

Costituiscono dunque il suo sistema difensivo, che non annovera tra i propri nemici l’uomo, nonostante tutto.

I motivi di ciò vanno ricercati nella biologia evolutiva: per il 99,5% della sua storia l’uomo vive in totale biofilia, in una situazione cioè in cui il rapporto armonico con l’albero (e in generale con l’habitat naturale) è condizione di sopravvivenza assolutamente centrale in quanto da ciò derivava cibo, protezione, conforto.

Questo dà ragione del fatto che in tutte le culture antiche esistevano veri e propri culti dell’albero, ed era cosa ovvia ed empirica che queste creature avessero effetti energetici ben precisi sulla nostra salute

Quello 0,5% di storia più recente, una manciata di milleni su milioni di anni, vede inesorabilmente cambiare il corso delle cose.

Vennero le grandi distruzioni, ma l’albero non ha ancora avuto il tempo di registrarlo nel suo dna.

Per lui continuiamo ad essere, ostinatamente e contro ogni evidenza, amici.

Un aspetto questo che contiene molte profonde implicazioni che non possiamo qui affrontare, e che lascio volentieri come possibile meditazione.

I terpeni li assorbiamo tramite l’ olfatto e il contatto della pelle, con grande beneficio:

aumento dei linfociti e delle cellule “killer”, quelle che eliminano le cellule cancerogene e le tossine.

I terpeni rinforzano quindi il nostro sistema immunitario, ma hanno anche effetti sedativi e rilassanti sul sistema nervoso.

La riduzione dello stress che procura il contatto con gli alberi è al centro oggi di numerose ricerche.

E quando si dice stress si dice disturbi cardiovascolari, circolatori, respiratori e del sistema endocrino.

Per questo, in paesi come il Giappone, la Svezia, la Danimarca, la “silvoterapia” è inserita a pieno titolo nella sanità pubblica.

Molto effetto sulla salute, zero costi, zero profitti per big farma, son tutti fattori che in un paese come l’Italia, colonia delle multinazionali del farmaco, ricerca e realizzazioni siano molto più indietro che in altri paesi, ma si vanno facendo strada.

Nella dietetica tradizionale cinese, in cui il lato energetico del cibo è centrale, la castagna è considerata un ottimo tonico del Jing, l’energia renale, correlata al vigore sessuale ed in generale alla vitalità nei suoi aspetti più organici e strutturali (ossa e articolazioni, in particolare ginocchia)

In quest’ottica può quindi considerarsi un vero e proprio farmaco per curare problemi di infertilità maschile, disturbi urinari, astenia.

Di natura tiepida e sapore dolce, esercita un tropismo diretto su milza e stomaco.

Nutre il sangue, rendendosi utile in tutte le problematiche mestruali legate ad una condizione di stasi del sangue come ad esempio l’amenorrea.

Molto indicata nel vuoto di rene degli anziani con debolezza della zona renale quanto come ricostituente per i bambini, essendo in generale un tonico dello Yang.

Suo grande punto di forza è essere dispensatrice di molta energia ma di poco sodio, ciò che la rende molto adatta agli ipertesi.

ENERGIA

Come tutti gli alberi il castagno è dotato di un campo elettromagnetico a bassa frequenza che entra in risonanza con quello dei nostri organi, con effetti terapeutici ormai misurabili con moderni strumenti.

La scienza anche in questo campo viene battuta sul tempo dalle tradizioni popolari, arrivando oggi a confermare sempre più quel che per chi coltiva pratiche energetiche come il Qigong è la scoperta dell’acqua calda da millenni.

E c’è ancora tantissimo da fare per vincere resistenze dettate in primis da una ricerca per nulla neutrale ma sempre condizionata dal profitto piuttosto che dall’interesse generale delle persone e del pianeta tutto.

Ogni specie arborea vibra ad una frequenza che ha conseguenze diverse e mirate per il nostro sistema psico-corporeo.

Riguardo al castagno, Il contatto con questo gigante possente e buono, umile, per secoli amico solidale dei più poveri, infonde forza e al tempo stesso quiete interiore.

Personalmente sento abbia un’ energia perfettamente equilibrata di maschile e femminile (yin/yang).

Il suo modo di dare vigore è molto diverso da quello di conifere guerriere come il Cedro o il Pino, che sferzano potentemente lo yang con le loro forme aguzze e le foglie lanciformi.

E il suo modo di rasserenare differente da quello dei placidi Tigli, o dei carezzevoli salici, custodi del miglior sonnellino ristoratore, che ti portano nella dolcezza e profondità dello Yin.

Col castagno mi sento in equilibrio tra quiete e prontezza, la condizione migliore di un agire efficace e pieno nell’effetto.

Ne sento la generosità, il sostegno del tronco massiccio e compatto come pelle d’elefante,

ne apprezzo l’accoglienza delle forme sinuose, spesso ammorbidite dal muschio,

e mi adagio di buon grado tra le pieghe di radici possenti che solcano il pelo della terra come grandi anaconde.

Ai Wushi, maestro di Scuola Libertao, Arti del Corpo per Spiriti Liberi


2 risposte a "Il Castagno, amico sincero e generoso"

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