
Nelle forme di kungfu dello stile Hungar della Scuola San Yi Quan diretta dal Maestro Georges Charles, l’ orso è associato all’ elemento Terra. Come la terra è infatti stabile, potente e ricettivo. Ha a che fare col simpatico bestione l’ idea della centratura, dunque dell’ agire centrati, tipico ad esempio della pratica meditativa (medium/azione) ma anche della posizione d’ attesa che si assume con la ‘ guardia’. È scanzonato, libero nelle movenze oscillanti, ma capace di incredibile potenza distruttiva se si infuria … come la terra del resto!
L’elemento Terra è connesso con la digestione, dunque milza e stomaco per la medicina tradizionale cinese, considerati il nostro “Centro”, con la funzione di estrarre e trasformare Qi dal cibo, trattenere il necessario e scartare il superfluo. Analoga funzione viene svolta dalla Terra a livello psichico. A questo livello essa è “dimora dello Yi”: intenzione, ma anche pensiero. In effetti lo Yi include sia aspetti di ordine cognitivo, quale il concetto di idea o significato, sia elementi di tipo soggettivo, quali il proposito contenuto nell’agire, l’intenzione che concretizza l’atto.
Dunque se la milza ha funzione di trasformazione e trasporto del Qi nutritivo, analogamente ad un pasto pesante i “pensieri pesanti” sovraccaricano questo movimento e diventano rimuginazione fino ai pensieri ossessivi. Se la Terra è in equilibrio, essa esprime riflessione, sensazioni, fantasie, idee così come eventualmente la forza per metterle in pratica. Se invece ci si pre-occupa, il qi si annoda, e dunque oppressione, angustia, rimuginazione. Si legge nel capitolo “Benshen” del “Lingshu: “…colpito lo Yi, allora inquietudine e disordine, i quattro arti non si sollevano. I capelli/peli diventano fragili, l’aspetto è di morte prematura, si muore in primavera”. Questa inquietudine e debolezza dell’intenzione a mio parere è una condizione cronica e generalizzata della contemporaneità. Il fatto che le società siano sempre più regolate dal continuo e reiterato emergenzialismo, rende la preoccupazione fisiologica. Per non parlare dell’incertezza provocata dallo smantellamento dei sistemi di welfare, dalla precarizzazione dei rapporti lavorativi, delle relazioni sociali, affettive, amicali, sempre più “liquide”, tascabili, effimere. Tempi duri per l’elemento Terra e il suo inquilino psichico, l’intenzione.
Ecco che giocare con la forza possente e radicata dell’Orso, ci può soccorrere. Come un lottatore mongolo che danza la camminata dell’orso attorno all’avversario prima di combattere, le sue movenze appaiono leggiadre nonostante la mole possente. Quando poi il combattimento accade, la sua forza yang sarà sorretta anche da una incredibile capacità di “ascolto” yin. Abbiamo bisogno di entrambe queste qualità, vigore e dolcezza.
Per un grizzli che si dondola nella foresta, tutto è “pesante e fluido” al tempo stesso. Le sue radici lo tengono saldamente ancorato nel caos della vita, senza togliergli il piacere di grattarsi leggero la pelliccia del dorso contro la corteccia ruvida di un albero, felice e giocoso. Felice perché radicato, dunque libero di agire o di non agire, sottratto alla schiavitù compulsiva di uno Yi debole o annodato. L’arte sottile dell’Orso-Terra è coltivare il movimento anche nell’immobilità dei momenti di quiete dei suoi lunghi letarghi, in cui l’Orso si rigenera, ed eleva il suo spirito. L’abbraccio contenitivo e rigenerante dello Yin senza il quale lo Yang scappa e si consuma.
La sua posizione prediletta è ma bu, (posizione del cavaliere) l’ incubo dei principianti restii all’ idea di farsi gambe d’ acciaio e intenzione ben temprata a costo di notevole fatica se tenuta oltre i tre minuti. Ama colpire con tutte le rotondità del corpo: testa, spalle, anche, ginocchio, il sedere. Anche l’ uso del gomito è ben distinto da quello appuntito dell’airone.
Il suo modo di usare le mani (Shou Fa) è legato al palmo, spesso usato doppio per colpire in sincrono diverse zone corporee. Il suo calcio è quello frontale, “ di sfondamento”, effettuato con tutta la pianta del piede. La sua arma è il bastone, arama dell’ elemento Terra dunque madre di tutte le armi.
Il baricentro è basso, la respirazione addominale, il lavoro del Dantien inferiore è massiccio, a vantaggio della potenza e a scapito relativo della velocità. Quando porta i colpi può emettere un suono simile a quello di un “tuono nella canicola estiva”, il suono Ho che utilizziamo anche nel daoyin fa qigong.
Un po’ come l’orso possiamo con la nostra pratica “dondolarci allegramente” a tutti i livelli, corpo/ cuore/ spirito…che fondamentalmente rimanda ai tre Dantien. L’ orso ci trasmette potenza nel corpo e ascolto nel cuore, intenzione salda, spensieratezza, armonia nello spirito. Tutto è Uno.
Maestro Davide Milazzo, Scuola Libertao
Scuolalibertao.org: Corsi di Kung fu e Qi Gong a Bologna, Brisighella e Faenza |